martedì 26 dicembre 2023

CHA2DS VASc


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Primo articolo:


CHA2DS2-VASc
Cosa è questo score?

Il Chads-vasc (esattamente definito CHADS2-VASc ) score (punteggio) è un acronimo che sta per:

C = Congestive heart failure
H = Hypertension
A = Age (>65 anni e <A 75) 1 punto; se uguale o maggiore 75 anni 2 punti.
D = Diabetes
S = Stroke (il 2 in questo caso significa due punti)
V = Vascular disease (Infarto, PAD ovvero arteriopatia periferica, vasculopatia periferica)
Sc = Sex category (se femmina 1 punto)

Il Chads-vasc è’ un modello di stratificazione del rischio di ictus largamente usato tra i cardiologi.E’ stato validato in molteplici studi /trial clinici. Il CHA2DS2-VASc-score pertanto calcola tutti i fattori di rischio per stroke, che sono appunto l’ipertensione arteriosa, il diabete, l’età avanzata (>65 anni), il sesso femminile etc.

Se il Chads-vasc maggiore di 1 questo significa che avete un rischio di avere un ictus del 1.3% in accordo a questa tabella. Del 2.2 % se avete un punteggio di 2, 3.2 % se un punteggio di 3 e così via dicendo.

Facciamo un esempio.
Se un paziente femmina di 74 anni viene in ambulatorio riferendo fibrillazione atriale e possiede come comorbidilità diabete e ipertensione il suo Chads-vascsarà di 4 (ossia: sesso femminile, ipertensione, età compresa tra i 65 e 74 anni e il diabete). 2+1+1+1 = 4

Altro esempio: 
paziente maschio di 55 anni, con ipertensione viene in ambulatorio con fibrillazione atriale. Quale sarà il suo Chads-vasc ? 1. Perché ha come fattore di rischio la sola ipertensione.


Quando si dà l'anti-coagulante?
Le linee guida europee (ESC 2016) raccomandano di anticoagulare il paziente quando il punteggio è > oppure uguale a 1… ma non esiste un consenso generale tra i cardiologi. Nella stragrande maggioranza dei casi si preferisce dare l’anticoagulante sopra 2.

Fonte: https://www.google.com/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=&ved=2ahUKEwiJiajt266DAxVs_rsIHQpmCVEQFnoECA0QAw&url=https%3A%2F%2Fold.ausl.fe.it%2Fmedici-convenzionati%2Fmedici-di-medicina-generale%2Faggiornamento-e-formazione%2F2018%2Fevento-formativo-17-febbraio-2018%2FChA2DS2-VASc.doc%2Fat_download%2Ffile%23%3A~%3Atext%3DIl%2520CHA2DS2%252DVASc%252Dscore%2520pertanto%2Cin%2520accordo%2520a%2520questa%2520tabella.&usg=AOvVaw3S2hZH_i_T46k40N__CZLR&opi=89978449


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Secondo articolo:

La terapia anticoagulante riduce mortalità e morbidità nei pazienti con fibrillazione atriale (FA) ed alto rischio di stroke. La selezione dei pazienti ad alto rischio, e quindi da destinare alla terapia anticoagulante, viene comunemente fatta basandosi sul CHADS2 o sul CHA2DS2VASc score. 

Le linee guida sia ESC che ACC/AHA raccomandano l’anticoagulazione nei pazienti con CHA2DS2VASc score ≥ 2 se uomini e ≥ 3 se donne e suggeriscono di prenderla, quantomeno, in considerazione nel caso di CHA2DS2VASc score = 1 nel sesso forte e = 2 in quello gentile.

 Altre linee guida, invece, supportano tale terapia già in presenza di un CHA2DS2VASc score ≥ 1 nei maschi e ≥ 2 nelle femmine. La principale discordanza tra le varie linee guida, e la principale area di incertezza che il clinico si trova quindi ad affrontare nella sua pratica clinica, interessa fondamentalmente il comportamento da adottare nei soggetti di età compresa tra 65 e 74 anni e che non presentano altri fattori di rischio. La decisione di iniziare la terapia anticoagulante implica che si ritiene che il rischio tromboembolico del paziente sia superiore al rischio emorragico indotto da tale terapia. E’stato calcolato che la terapia con warfarin ha un rapporto rischio/beneficio conveniente quando il rischio tromboembolico è > 1,7% per anno mentre la terapia con i nuovi anticoagulanti è benefica quando il rischio tromboembolico supera lo 0,9% per anno. Una consapevole scelta sull’anticoagulare o meno i pazienti con età tra 65 e 74 anni e senza altri fattori di rischio, dipende quindi dalla conoscenza dell’entità del loro rischio tromboembolico. Purtroppo i dati disponibili al riguardo sono tutti datati e quindi non necessariamente ancora attendibili, poiché il rischio di stroke dei pazienti fibrillanti, anche senza la terapia anticoagulante, è andato progressivamente riducendosi nel corso degli anni, probabilmente per un miglior controllo di altri fattori di rischio e per l’identificazione di soggetti con un minore burden di FA.


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Fonte: http://www.cardiolink.it/index.php?option=com_content&id=4866%3Acha2ds2-vasc-un-nuovo-score-per-la-prevenzione-dellictus-nel-paziente-con-fibrillazione-atriale&Itemid=1


Hazard ratio e rischio relativo

Hazard ratio (HR): sprime il rapporto tra rischi nelle analisi di sopravvivenza. In pratica esprime in un periodo di follow-up definito il rapporto tra il rischio di un evento (morbilità o mortalità) in un gruppo di soggetti trattati rispetto ad un altro di non trattati. Viene spesso utilizzato nelle metanalisi nelle quali confronta la sopravvivenza globale (dal tempo zero fino a un valore di tempo prefissato) tra 2 gruppi di trattamento esaminati in diversi studi clinici.


Altro articolo su questo argomento: https://www.statsimprove.com/it/2019/04/05/come-interpretare-nella-pratica-il-valore-dell-hazard-ratio/

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Risk ratio (RR) o rischio relativo:

Il rischio relativo (RR) (anche detto relative risk o risk ratio) è il rapporto tra la probabilità che si verifichi un evento in un gruppo esposto (ad un trattamento, ad un fattore di rischio, ad un fattore protettivo), e la probabilità che si verifichi lo stesso evento in un gruppo di non esposti (allo stesso trattamento, fattore di rischio, fattore protettivo) [1]. 

RR=(rischio negli esposti)/(rischio nei non esposti) 

Come si calcola il RR 
Prendiamo come esempio lo studio sull'efficacia della supplementazione periconcezionale con acido folico (4 mg) e multivitaminico per la prevenzione della ricorrenza (un primo figlio già malato) della nascita di un neonato con difetti del tubo neurale (DTN) [2]. Si sono registrati 6 casi di DTN fra le 593 donne che avevano ricevuto in epoca periconcezionale la supplementazione di acido folico e multivitaminico (rischio nelle esposte al trattamento preventivo 6/593 = 0.01 ovvero 1%) e 21 casi fra le 602 donne che invece avevano ricevuto un placebo (rischio nelle non esposte 21/602 = 0.034 ovvero 3.4%). 

RR = (6/593) / (21/602) = 0.01/0.034 = 0.29 

Il RR esprime in altre parole il numero di volte in più o in meno che un evento/malattia si verifichi in un gruppo rispetto ad un altro, in questo caso i figli di donne che hanno ricevuto la supplementazione hanno un rischio di nascere con un NTD di circa un terzo rispetto ai figli delle donne che non hanno ricevuto la supplementazione. 

Se RR = 1 significa che il rischio che si verifichi l'evento nei 2 gruppi è uguale. In questo caso non c'è associazione fra l'esposizione e l'esito, cioè essere esposti ad un trattamento, o fattore ritenuto protettivo o fattore ritenuto di rischio non modifica la probabilità che un evento si verifichi. 

Se RR>1 significa che il rischio del verificarsi dell'evento nel gruppo dei trattati o esposti è superiore rispetto al gruppo di controllo. In questo caso l'esposizione è dannosa. 

Se RR<1 significa che il rischio che si verifichi un evento nel gruppo dei trattati o esposti è inferiore rispetto al gruppo di controllo. In questo caso l'esposizione è protettiva. 

Il RR indica la forza dell'associazione fra l'esposizione (o trattamento) e l'esito ed è sempre un numero positivo. 
Come per ogni proporzione possiamo calcolare un intervallo di confidenza del RR che nell'esempio riportato è pari a: 
RR 0.29 (95% IC 0.12, 0.71) 

Quindi noi possiamo essere fiduciosi al 95% che le donne con precedente figlio affetto da DTN che assumono la supplementazione di ac. folico e multivitaminico nel periodo periconcezionale hanno un rischio di avere un nuovo figlio con DTN che va da un decimo a sette decimi rispetto alle donne che non assumono la stessa supplementazione.


Bibliografia

1. Kirkwood BR, Sterne JAC. Essential Medical statistics, second edition, chapter 16 pg 148-164 & chapter 37 pg 447-457. Blackwell publishing second edition 2003 


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Sitografia: