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Primo articolo:
Cosa è questo score?
Il Chads-vasc (esattamente definito CHADS2-VASc ) score (punteggio) è un acronimo che sta per:
C = Congestive heart failure
H = Hypertension
A = Age (>65 anni e <A 75) 1 punto; se uguale o maggiore 75 anni 2 punti.
D = Diabetes
S = Stroke (il 2 in questo caso significa due punti)
V = Vascular disease (Infarto, PAD ovvero arteriopatia periferica, vasculopatia periferica)
Sc = Sex category (se femmina 1 punto)
Il Chads-vasc è’ un modello di stratificazione del rischio di ictus largamente usato tra i cardiologi.E’ stato validato in molteplici studi /trial clinici. Il CHA2DS2-VASc-score pertanto calcola tutti i fattori di rischio per stroke, che sono appunto l’ipertensione arteriosa, il diabete, l’età avanzata (>65 anni), il sesso femminile etc.
Se il Chads-vasc maggiore di 1 questo significa che avete un rischio di avere un ictus del 1.3% in accordo a questa tabella. Del 2.2 % se avete un punteggio di 2, 3.2 % se un punteggio di 3 e così via dicendo.
Facciamo un esempio.
Se un paziente femmina di 74 anni viene in ambulatorio riferendo fibrillazione atriale e possiede come comorbidilità diabete e ipertensione il suo Chads-vascsarà di 4 (ossia: sesso femminile, ipertensione, età compresa tra i 65 e 74 anni e il diabete). 2+1+1+1 = 4
Altro esempio:
Altro esempio:
paziente maschio di 55 anni, con ipertensione viene in ambulatorio con fibrillazione atriale. Quale sarà il suo Chads-vasc ? 1. Perché ha come fattore di rischio la sola ipertensione.
Quando si dà l'anti-coagulante?
Quando si dà l'anti-coagulante?
Le linee guida europee (ESC 2016) raccomandano di anticoagulare il paziente quando il punteggio è > oppure uguale a 1… ma non esiste un consenso generale tra i cardiologi. Nella stragrande maggioranza dei casi si preferisce dare l’anticoagulante sopra 2.
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Secondo articolo:
La terapia anticoagulante riduce mortalità e morbidità nei pazienti con fibrillazione atriale (FA) ed alto rischio di stroke. La selezione dei pazienti ad alto rischio, e quindi da destinare alla terapia anticoagulante, viene comunemente fatta basandosi sul CHADS2 o sul CHA2DS2VASc score.
Le linee guida sia ESC che ACC/AHA raccomandano l’anticoagulazione nei pazienti con CHA2DS2VASc score ≥ 2 se uomini e ≥ 3 se donne e suggeriscono di prenderla, quantomeno, in considerazione nel caso di CHA2DS2VASc score = 1 nel sesso forte e = 2 in quello gentile.
Altre linee guida, invece, supportano tale terapia già in presenza di un CHA2DS2VASc score ≥ 1 nei maschi e ≥ 2 nelle femmine. La principale discordanza tra le varie linee guida, e la principale area di incertezza che il clinico si trova quindi ad affrontare nella sua pratica clinica, interessa fondamentalmente il comportamento da adottare nei soggetti di età compresa tra 65 e 74 anni e che non presentano altri fattori di rischio. La decisione di iniziare la terapia anticoagulante implica che si ritiene che il rischio tromboembolico del paziente sia superiore al rischio emorragico indotto da tale terapia. E’stato calcolato che la terapia con warfarin ha un rapporto rischio/beneficio conveniente quando il rischio tromboembolico è > 1,7% per anno mentre la terapia con i nuovi anticoagulanti è benefica quando il rischio tromboembolico supera lo 0,9% per anno. Una consapevole scelta sull’anticoagulare o meno i pazienti con età tra 65 e 74 anni e senza altri fattori di rischio, dipende quindi dalla conoscenza dell’entità del loro rischio tromboembolico. Purtroppo i dati disponibili al riguardo sono tutti datati e quindi non necessariamente ancora attendibili, poiché il rischio di stroke dei pazienti fibrillanti, anche senza la terapia anticoagulante, è andato progressivamente riducendosi nel corso degli anni, probabilmente per un miglior controllo di altri fattori di rischio e per l’identificazione di soggetti con un minore burden di FA.
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